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Assistenza post partum: indagine dei pro e contro

Assistenza post-partum

Assistenza post-partum

Il Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e la Promozione della Salute (CNAPPS) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha condotto un progetto coordinato per la valutazione dei percorsi preventivi e assistenziali offerti alle donne durante i primi 1000 giorni di vita del neonato. Lo studio, finanziato dal Ministero della Salute, ha coinvolto oltre 500 professionisti e 16 punti nascita in nove regioni italiane e una provincia autonoma.

Secondo i risultati del questionario diffuso a 3.642 donne che hanno partorito nei punti nascita coinvolti nel progetto, il 90% ha riferito un’esperienza complessivamente buona o ottima dell’assistenza ricevuta durante la gravidanza, il travaglio/parto, dopo la nascita e il ritorno a casa. Le stesse hanno riportato di aver avuto fiducia nei professionisti sanitari ed essersi sentite trattate con rispetto e dignità, mentre l’ambito considerato più critico è stato quello sulle informazioni ricevute sui cambiamenti di umore e sulla salute mentale.

Promuovere la salute mentale perinatale

Il consultorio familiare è emerso come il luogo di riferimento per la promozione e la tutela della salute mentale in gravidanza e dopo il parto in 15 aziende sanitarie, dove il 90% dei consultori garantisce la valutazione dello stato emotivo e del rischio di depressione perinatale, con un’ampia offerta di interventi di supporto. Tuttavia, un protocollo scritto per l’assistenza integrata alle donne con disturbo mentale perinatale, è disponibile solo nel 55% dei consultori familiari, non presenti nel Sud. Inoltre, l’indagine in 119 Dipartimenti di salute mentale (DSM) nazionali ha evidenziato che l’80% non dispone di un Protocollo Diagnostico Terapeutico Assistenziale dedicato.

Oltre il 90% dei Pediatri di Libera Scelta (PLS) ha mostrato una buona conoscenza dei temi della prevenzione e promozione della salute nei primi due anni di vita, ma con alcune criticità. Ad esempio, il 31% dei pediatri ritiene sicura l’assunzione di una piccola quantità di alcol in gravidanza, mentre più del 40% non informa sempre i genitori sui rischi legati all’assunzione di alcol durante l’allattamento e l’11% ritiene che la depressione materna scompaia senza necessità di trattamento.

La diffusione dei risultati del progetto – che si concluderà a maggio 2023 – potrà facilitare lo scambio di esperienze fra professionisti e decisori di diverse aree del Paese ponendo le basi per investire negli interventi di sviluppo infantile precoce raccomandati dall’OMS, dalla Banca Mondiale e dall’UNICEF.